martedì 8 marzo 2011

modifiche del kayak

Modifica puntapiedi e paratia gavone di prua

Il puntapiedi originale, seppure comodo da regolare, non penso sarebbe stato molto comodo per una lunga permanenza in pozzetto. Ho deciso quindi di toglierlo, stuccando i buchi dei bulloni di fissaggio con epossidica e microsfere.

Puntapiedi originale.














Poi ho tolto la paratia che si trovava circa 25 cm a prua del puntapiedi, segandola con il Fein Multimaster. La mia idea era di installare una nuova paratia di 25 cm più a poppa per guadagnare circa 32 litri di capacità nel gavone stagno di prua.

sottocoperta

Nel kayak trovano posto i viveri e l’attrezzatura per prepare
del cibo caldo, il necessario per coprirsi nelle varie condizioni
e una piccola tenda per un riparo notturno nei tratti di costa
in cui non ci sono porti o approdi vicino a località abitate.


















  • circa 60 kg di attrezzatura che viene stivata in un gavone stagno a prua e in due gavoni stagni a poppa.
  • gli accessori per la navigazione, per la sicurezza e per risolvere eventuali situazioni di emergenza trovano posto all’interno del pozzetto, in due borse fissate alla murata e in una terza assicurata sotto la coperta.
  • piccoli accessori come barrette energetiche, occhiali da sole o altro vengono riposti nel gavoncino stagno centrale, al quale si può accedere anche in navigazione sempre che le condizioni del mare lo permettano.
  • la carta nautica locale e il navigatore gps sono in una busta stagna fissata in coperta.

curriculum guido grugnola

Guido Grugnola

vela
1976 - 1991 regatante professionista nelle classi IOR
Partecipazione in qualità di sail trimmer e navigatore
a oltre 21 campionati Italiani e 16 campionati del Mondo.
1980 - 81 partecipazione alla regata Whitbread Round the Word Race
in qualità di navigatore e in tutti i ruoli di bordo.
(regata intorno mondo - 28.000 miglia)

perchè il kayak

Il kayak ha doti marine straordinarie che abbinate a un’adeguata preparazione permettono di navigare velocemente in molte condizioni di mare. È anche l’unica barca che sappiamo esistere da millenni e che per queste sue doti è sempre rimasta uguale a se stessa.

Quando in antichità in tutte le civiltà si costruivano imbarcazioni scavando grossi tronchi e in seguito accostando pesanti tavole per il fasciame, le popolazioni Inuit tendevano, cucivano e ingrassavano sottili pelli animali su delicate strutture di osso o legno. Oggi, benché vengano ancora costruiti dei kayak con materiali simili a quelli tradizionali (tessuti trattati su telaio in legno), possiamo contare su diversi materiali alternativi leggermente più pesanti ma anche meno delicati nell’utilizzo quotidiano.