Due estratti dal comunicato stampa rilasciato il giorno della conclusione di Sicilia 2012:
"La Sicilia è caratterizzata da un litorale molto bello e vario che alterna di continuo spiagge con scogliere, terreni bassi e acquitrinosi con dirupi alti e ripidi. Molto spesso si può navigare a breve distanza da importanti testimonianze di una storia tanto antica quanto affascinante. Questa importante eredità naturalistica, paesaggistica e artistica che si trova al centro del Mediterraneo e proprio all'estremità meridionale del nostro paese, dovrebbe esprimere al mondo intero la nostra abilità di saper conservare e valorizzare questi beni di inestimabile valore oltre alla capacità di rimanere aderenti alle tradizioni di arti e mestieri spesso anche millenarie. Purtroppo, a fianco di edifici antichi, dalle forme, dai materiali e dai colori così sobri e meravigliosamente integrati nel paesaggio ma quasi sempre in stato di abbandono, troviamo edifici residenziali e industriali costruiti negli ultimi 50 anni direttamente sulla spiaggia o sulla scogliera senza alcun coordinamento. Non ho quasi mai potuto navigare lungo il litorale siciliano senza vedere queste tristi costruzioni tutte in stili diversi, colori diversi, l'una attaccata all'altra. Ciò che meraviglia è che oltre il 50% di queste costruzioni sono già abbandonate o semidistrutte dalle mareggiate invernali perché originariamente edificate in una posizione vulnerabile e, ancor peggio, che a fianco di questi orrori sono già operativi dei nuovi cantieri. Non sarebbe bastato ispirarsi agli edifici antichi per imparare a rispettare il litorale e per farsi rispettare dal mare?"
E poi:
"Ho potuto verificare che molte tra le persone che ho conosciuto sono assolutamente consapevoli dello stato del litorale e hanno una profonda cultura del mare e delle arti e mestieri collegati al mare. Malauguratamente, ci deve essere anche una minoranza che invece non comprende l'importanza naturalistica del litorale e che spesso lo identifica come una opportunità per realizzare lauti guadagni o, più semplicemente, come un luogo per depositare materiali indesiderati, gettarvi rifiuti o versare scarichi inquinanti. Gli scarichi in mare sono un'altro argomento delicato in Sicilia: ho attraversato scarichi fognari e scarichi maleodoranti tutti i giorni e anche all'interno di oasi naturalistiche o tra uno stabilimento balneare e un altro. A volte anche 5-6 e più scarichi al giorno! I primi segnali della presenza di uno scarico in mare inquinante, che si possono avvertire anche a più di un miglio di distanza, sono l'eutrofizzazione delle acque e conseguente presenza di un leggero velo di alghe di colore verde chiaro che ricopre le rocce, i sassi e persino la sabbia e le posidonie. Poi si percepisce un odore sgradevole e penetrante di detersivi, scarichi industriali o di fogna, si osserva l'acqua che diventa torbida e un'attività anomala in superficie di molti pesci. Senza entrare nel merito del danno evidente nei confronti del delicatissimo ecosistema litoraneo, vale la pena riflettere su un altro fenomeno: dove l'acqua è inquinata le persone non frequentano il litorale. Non vanno a passeggiare, a leggere, a prendere il sole, a fare il bagno, insomma l'uomo si allontana dalle zone con forti odori sgradevoli. E allora succede che quel tratto di litorale inizia a essere trascurato, utilizzato come una discarica abusiva e spesso risulta anche mal frequentato perché nessuno ci va lasciando campo libero anche alle attività illecite. Se invece l'acqua non è inquinata, le persone iniziano a frequentare quel litorale, a conoscerlo, ad amarlo e, invariabilmente, a curarlo mantenendolo pulito e attraente per il proprio piacere e a tutto vantaggio di un turismo sostenibile di cui molti parlano ma che pochi praticano davvero."
Vi segnalo questo articolo datato 31 Maggio 2012 firmato da Giovanni Valentini che fornisce ulteriori informazioni allarmanti. Qui è possibile scaricare il documento in formato pdf