Sul numero di Ottobre di Yacht & Sail, il numero del Salone Nautico di Genova, Luca Bassani Antivari, fondatore di Wally ma soprattutto amico, marinaio e ideatore delle più rivoluzionarie soluzioni tecnologiche oggi adottate a bordo delle barche dei migliori cantieri del mondo, ha scritto nella rubrica che tiene sulla testata della Rizzoli qualche considerazione su Rounditaly Cruise.
Luca Bassani Antivari
Torniamo al mare
Rounditalycruise, l'avventura del caro amico Guido Grugnola - che ha circumnavigato l'Italia da Trieste a Ventimiglia da solo con un kayak - mi ha portato diversi spunti di riflessione. E voglio raccogliere e diffondere il suo messaggio "Scopriamo il patrimonio naturalistico delle coste italiane e salviamolo da ogni forma di abuso e degrado".
2009 miglia percorse in 94 giorni complessivi di navigazione, alla media di 21,34 miglia al giorno. Questi sono i numeri dell'impresa, ma soprattutto rappresentano gli istanti interminabili che questa persona ha vissuto a pochi centimetri dalla superficie e a pochi metri dalle nostre coste. Attraverso una miriade di sensazioni visive, olfattive, tattili che credo gli abbiano generato forti emozioni.
Dopo aver sentito le sue prime impressioni ho capito quanto sia importante cercare di riportare nei consumatori di barche il senso e l'amore vero per il mare che non dev'essere nascosto dall'amore per l'oggetto che stanno comprando. I suoi racconti mi fanno riflettere sul fatto che le barche dovrebbero permettere di riavvicinarci al mare e non il contrario. La loro concezione e le loro funzioni dovrebbero aiutarci a sentirlo e a goderlo così da vicino come è accaduto a Guido, e non ad usarlo come una grande autostrada con dei parcheggi molto bene architettati dalla natura.
Anche i movimenti "verdi" potrebbero partecipare a questa concezione di barche per riavvicinarle e non allontanarle dai mari più belli. E non si tratta solo di inquinare meno ma di permettere di riconquistare quelle sottili sensazioni che hai solo quando sei tanto vicino all'acqua da sentirne appunto la temperatura o l'odore. Stesso discorso vale per le coste. Non voglio entrare nei dettagli di cosa e come fare per procedere in questa direzione, ma solo a far pensare a un riavvicinamento al mare. Ce ne siamo allontanati per via dell'aumento dimensionale delle nostre barche, per il crescente desiderio di stare rinchiusi al fresco dell'aria condizionata, per colpa anche di nuove regole che permettono sempre meno di avvicinarsi alle coste (in modo prudente!), per la speculazione edilizia e commerciale selvaggia. Chi va per mare poi deve anche essere più cosciente del mezzo dove si muove, apprezzare e amare il mare per quello che è, non per quello che offre e rappresenta.
Perché, come osserva ancora Guido Grugnola: "Noi tutti amiamo il mare e quando pensiamo al mare intendiamo di solito un determinato tratto di litorale più che al mare aperto. Amiamo molto navigare ma sono le destinazioni sulle quali mettiamo la prua che, fin dall'antichità ci portano a navigare. Paradossalmente abbiamo comprato il mezzo, una barca, perché interessati a un fine, il mare, ma ci ritroviamo al mare, il nuovo mezzo, per godere del nostro nuovo fine, la barca".
Iniziamo a parlarne!