venerdì 15 giugno 2012

green night festival a portofino

Proiezione del video del giro d'Italia in kayak, Trieste_Ventimiglia, con Arte Mare Scienza il 29 di Giugno alle 18:30 in Piazza a Portofino. Il litorale italiano sarà il tema della serata. Titolo del video: Il litorale inalienabile.























mercoledì 13 giugno 2012


Northern Light Paddlesports mi ha fornito due pagaie in carbonio da provare nel corso della circunavigazione della Sicilia: una Greenland e una Storm.

Arrivato a Palermo Mondello, nonostante il mio scetticismo iniziale dovuto alla rigidità del carbonio e al fatto che la pagaia sia giuntata in due punti, ho messo da parte la pagaia in legno utilizzata per le prime 200 miglia - la più bella e sofisticata pagaia in legno che abbia mai utilizzato - per provare nelle seguenti 400 miglia la Greenland che avevo stivato nel gavone di prua.

È bastata una giornata di navigazione, con mare formato, pioggia e vento freddo da maestrale per confermare che avevo in mano una pagaia di grande qualità. La costruzione in carbonio permette di ottenere una pagaia molto robusta che oggi, dopo tutte quelle miglia, non ha il minimo segno delle spinte su sabbia, sassi e scogli… La leggerezza è un altro elemento da considerare: se si affrontano tra le 8 e le 11 ore di pagaiata al giorno è facile accusare un minimo indolenzimento che invece non ho mai avuto. Il colore nero, assorbendo il calore del sole, rende molto confortevole l'impugnatura.

Il progetto della pagaia, che ne determina in grande misura il valore è molto accurato: l'impugnatura che deve sempre restituire la precisa percezione dell'angolo di attacco della pala in acqua non mi ha mai lasciato il minimo dubbio anche in condizioni di vento forte e mare frangente come ho trovato da San Leone a Licata, 23 miglia e da Licata a Scoglitti, 32 miglia. La sezione del manico e di quella parte così delicata di una pagaia Greenland che è il passaggio dal manico alla pala, è molto confortevole, perfettamente arrotondato e al tempo stesso sagomato per consentire grande sensibilità sulla pala.

Le due giunzioni, subito all'interno di dove si impugna la pagaia, che separano le tre sezioni della pagaia, sono eseguite con una laminazione molto accurata e sebbene risultino un dettaglio al quale non siamo abituati - di solito le pagaie Greenland sono in un pezzo unico o in due pezzi e non in tre come in questo caso - non danno nessun fastidio anche quando si scorre lungo la pagaia per eseguire manovre particolari perché sono raccordate perfettamente.

Anche la rigidità della costruzione in carbonio, che inizialmente pensavo sollecitasse maggiormente le articolazioni non mi ha dato il minimo fastidio nonostante una epicondilite da mouse alla quale sono facilmente soggetto: il disegno tradizionale delle pagaie Greenland, impedisce proprio di sollecitare in modo brusco il sistema polso - gomito - spalla.

Quando prima di partire per la Sicilia ho aperto il pacco di Northern Light Paddlesports appena arrivato dagli Stati Uniti, ho subito montato la pagaia e impugnandola ho pensato presuntuosamente che avrei saputo consigliare molte modifiche utili al costruttore. Oggi, dopo aver usato la pagaia per così tanti giorni consecutivi e anche in condizioni tutt'altro che ideali non saprei davvero suggerire dei miglioramenti!

Northern Light Paddle
Mod. Greenland 223 [cm] - 928 [g]

lunedì 4 giugno 2012

northern light paddlesports

Nei prossimi giorni scriverò una recensione completa delle pagaie in carbonio che Northern Light Paddlesports mi ha offerto per Sicilia 2012: una Greenland e una Storm. Vorrei, intanto, ringraziare Paul Diener per aver creduto in Rounditaly Cruise e per avermi fornito una tra le pagaie più straordinarie che abbia mai utilizzato.



domenica 3 giugno 2012

il litorale siciliano

Due estratti dal comunicato stampa rilasciato il giorno della conclusione di Sicilia 2012:

"La Sicilia è caratterizzata da un litorale molto bello e vario che alterna di continuo spiagge con scogliere, terreni bassi e acquitrinosi con dirupi alti e ripidi. Molto spesso si può navigare a breve distanza da importanti testimonianze di una storia tanto antica quanto affascinante. Questa importante eredità naturalistica, paesaggistica e artistica che si trova al centro del Mediterraneo e proprio all'estremità meridionale del nostro paese, dovrebbe esprimere al mondo intero la nostra abilità di saper conservare e valorizzare questi beni di inestimabile valore oltre alla capacità di rimanere aderenti alle tradizioni di arti e mestieri spesso anche millenarie. Purtroppo, a fianco di edifici antichi, dalle forme, dai materiali e dai colori così sobri e meravigliosamente integrati nel paesaggio ma quasi sempre in stato di abbandono, troviamo edifici residenziali e industriali costruiti negli ultimi 50 anni direttamente sulla spiaggia o sulla scogliera senza alcun coordinamento. Non ho quasi mai potuto navigare lungo il litorale siciliano senza vedere queste tristi costruzioni tutte in stili diversi, colori diversi, l'una attaccata all'altra. Ciò che meraviglia è che oltre il 50% di queste costruzioni sono già abbandonate o semidistrutte dalle mareggiate invernali perché originariamente edificate in una posizione vulnerabile e, ancor peggio, che a fianco di questi orrori sono già operativi dei nuovi cantieri. Non sarebbe bastato ispirarsi agli edifici antichi per imparare a rispettare il litorale e per farsi rispettare dal mare?"

E poi:

"Ho potuto verificare che molte tra le persone che ho conosciuto sono assolutamente consapevoli dello stato del litorale e hanno una profonda cultura del mare e delle arti e mestieri collegati al mare. Malauguratamente, ci deve essere anche una minoranza che invece non comprende l'importanza naturalistica del litorale e che spesso lo identifica come una opportunità per realizzare lauti guadagni o, più semplicemente, come un luogo per depositare materiali indesiderati, gettarvi rifiuti o versare scarichi inquinanti. Gli scarichi in mare sono un'altro argomento delicato in Sicilia: ho attraversato scarichi fognari e scarichi maleodoranti tutti i giorni e anche all'interno di oasi naturalistiche o tra uno stabilimento balneare e un altro. A volte anche 5-6 e più scarichi al giorno! I primi segnali della presenza di uno scarico in mare inquinante, che si possono avvertire anche a più di un miglio di distanza, sono l'eutrofizzazione delle acque e conseguente presenza di un leggero velo di alghe di colore verde chiaro che ricopre le rocce, i sassi e persino la sabbia e le posidonie. Poi si percepisce un odore sgradevole e penetrante di detersivi, scarichi industriali o di fogna, si osserva l'acqua che diventa torbida e un'attività anomala in superficie di molti pesci. Senza entrare nel merito del danno evidente nei confronti del delicatissimo ecosistema litoraneo, vale la pena riflettere su un altro fenomeno: dove l'acqua è inquinata le persone non frequentano il litorale. Non vanno a passeggiare, a leggere, a prendere il sole, a fare il bagno, insomma l'uomo si allontana dalle zone con forti odori sgradevoli. E allora succede che quel tratto di litorale inizia a essere trascurato, utilizzato come una discarica abusiva e spesso risulta anche mal frequentato perché nessuno ci va lasciando campo libero anche alle attività illecite. Se invece l'acqua non è inquinata, le persone iniziano a frequentare quel litorale, a conoscerlo, ad amarlo e, invariabilmente, a curarlo mantenendolo pulito e attraente per il proprio piacere e a tutto vantaggio di un turismo sostenibile di cui molti parlano ma che pochi praticano davvero."

Vi segnalo questo articolo datato 31 Maggio 2012 firmato da Giovanni Valentini che fornisce ulteriori informazioni allarmanti. Qui è possibile scaricare il documento in formato pdf

sabato 2 giugno 2012

ringraziamenti


Vorrei ringraziare gli amici istruttori di Sottocosta, la scuola nazionale di kayak in mare, la Lega Navale Italiana, il Centro Velico Caprera, la Federazione Italiana Canoa Kayak e la Federazione Italiana Canoa Turistica che mi hanno dato un supporto a terra per riporre il kayak e per trovare un alloggio quando ne ho avuto bisogno.

Un ulteriore ringraziamento va a Waternest, Reed Chillcheater e Creative per aver contribuito alla riuscita di Rounditaly Cruise - Sicilia 2012 e a Salviamo il Paesaggio e Legambiente per aver patrocinato questa iniziativa in favore del Litorale Italiano.







































martedì 29 maggio 2012

sicilia 2012 | 599 miglia | 25 giorni

Scarica il giornale di bordo di Sicilia 2012.
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brucoli - catania, 17 miglia

Sapendo che avrei avuto davanti a me meno miglia rispetto agli altri giorni ho deciso di infilarmi in ogni anfratto della scogliera tra Brucoli e la lunga spiaggia di undici miglia che precede Catania. Quelle prime ore di navigazione sono state incantevoli: rondini e colombi nelle rocce, un silenzio totale e il profumo dell'aria che cambiava di continuo a seconda che mi trovassi a fianco di un bosco, di un campo, di un giardino, di una grotta, di un canneto. Alle 09:20 si è levata la brezza di mare che si è assestata sui 18 nodi. Sono arrivato alle 11:30.

Purtroppo le notizie dei giornali di oggi non ci invogliano molto a commentare oltre.

Sto uscendo dal porto-canale di Brucoli:
un meraviglioso piccolo fiordo roccioso naturale.

lunedì 28 maggio 2012

siracusa - brucoli, 23 miglia

Questa mattina, sapendo che le condizioni sarebbero state buone, ho deciso di svegliarmi alle 04:00 per recuperare un po' di sonno e quindi sono partito solo alle 05:10. Ho lasciato Siracusa con quei primi chiarori che anticipano l'alba e che sono i miei orari preferiti. Ho navigato sotto le scogliere di Siracusa abitate da centinaia di rondini indaffarate fino al Capo di S. Panagia dove è apparso improvvisamente un inquietante relitto di una piccola petroliera. Le dodici miglia successive ho navigato tra le navi, le raffinerie e il grande porto di Augusta (3 x 4 miglia). Sono quasi stato male per le esalazioni di idrocarburi, tanto da dover rallentare il ritmo per non inalare troppo gas… La cosa che mi ha sorpreso è che anche quando la brezza di terra si è definitivamente fermata lasciando il posto a una leggera brezza di mare di non più di 6-8 nodi ho continuato a respirare quell'aria inquinata per 75 minuti! Vuol dire che le esalazioni erano andate almeno fino a 8 miglia da terra ritornandoci dopo l'inversione termica!
Sono stato all'interno della diga foranea meridionale per rimanere ridossato dalla brezza di mare sbucando dalla bocca di porto centrale poco dopo aver iniziato a sentire nuovamente il profumo vero del mare.
A Brucoli ho sistemato il kayak nel bellissimo porto canale. Fuori è tutta una scogliera e non ci sono spiagge: questa notte B&B!

La lunga scogliera di Siracusa.